Il territorio
brianzolo, con tutti i suoi dislivelli, ondulazioni e declivi
di origine morenica, si formò con l'ultima glaciazione,
detta Würm. L'insediamento dell'uomo in questo contesto
avvenne sin dalla preistoria, ed in particolar modo circa
7000 anni fa, quando, discendendo dalle Alpi, che riservavano
un clima particolarmente duro, egli trovò un ambiente
confacente alle sue necessità che gli permise di
dedicarsi alla caccia, all'agricoltura e alla pastorizia.
Numerosi i reperti di pietre levigate e felci, usate come
raschiatori, ritrovati nella zona.
Una
delle prime vere popolazioni che si insediarono, furono
i Liguri, provenienti dalle alpi marittime, tra il 3000
e il 1400 a.c.. Si susseguirono gli Insubri di origine Celtica
e nel periodo tra il 600 e il 400 a.c. si affermò
il popolo di civiltà Etrusca. Successivamente alla
fondazione di Milano, la Brianza fu invasa dai Galli Celtici
che, nel 225 a.C., furono sconfitti dall'espansione dell'Impero
Romano. Nel 42 a.C. il territorio brianzolo divenne XI provincia
italiana, definendo la fine delle barbarie e l'entrata a
pieno titolo della Brianza nella storia.
Numerose le monete
ritrovate, durante la costruzione della villa Paradiso,
del distributore di carburante Sala e nel centro del paese
di Montesiro, a testimonianza della presenza dei romani. Nel
1907, durante la costruzione della ferrovia al confine con
Besana e cascina Odosa, venne ritrovata una tomba con un
anfora romana. Infine nei pressi del torrente Pegorino,
vicino a Brugora, dei ricercatori del museo di Biassono,
hanno rinvenuto una gran quantità di frammenti ceramici,
probabilmente residui di una fornace del II e III secolo
d.C.. Nel
V secolo d. C. i romani dovettero abbandonare il territorio
della Brianza, infatti, con la caduta dell'Impero, le zone
brianzole divennero territori di conquista. Nel 452, Attila
portò desolazione e distruzione, precedendo i Goti
di Uraia, che, saccheggiando, completarono la distruzione
della zona e di Milano. A partire dal 600, le grandi famiglie
milanesi, scoprirono la Brianza, terra di tranquillità,
immersa in una campagna gentile e produttiva.
Fu così
che, la nobile e potente famiglia "DeBesana",
costruì il suo castello sul punto più alto
di Besana. Il
suo feudo comprendeva tutto il territorio della pieve di
Agliate aldilà del fiume Lambro. L'importanza della
famiglia "De Besana" aumentò nel 918, quando
Gariberto De Besana, fu proclamato Arcivescovo di MIlano,
fino all'anno 921. Nel 1100 la famiglia "De Besana"
ritornò a Milano abbandonando il castello che, in
breve, venne depredato dal popolo, il quale, per difendersi
dai sopprusi dei nobili, edificò il fortino del Bettolino,
e quello di via della Busa, attuale via G. Scola.
Le
origini del nome di Montesiro si concretizzano in data 14
dicembre 1862 con il decreto di Vittorio Emanuele II, abbinando
la parola "Monte", in latino ecclesiastico "Montis"
nome originario della comunità posta su un piccolo
promontorio, ad un’altezza intorno a 300 metri e la
chiesa dedicata al Santo "Siro".
La tradizione
riporta che per fermare la peste, San Siro che transitava
in queste terre, mise una croce a un lato del sagrato riuscendo
ad arrestare l'epidemia. Per trovare un indizio, sui primi
insediamenti del paese di "Monte" bisogna percorrere
un salto nel tempo di oltre mille anni, ove in un decreto
datato 20 marzo 880 di Carlo il Grosso Re di Francia, figlio
postumo di Lodovico il Balbo e nipote di Carlo il Calvo,
concede la " Curtem de Montis" al monastero di
Sant'Ambrogio di MIlano."cum
Cappellis, et castellis ibidem constructis, cum servis e
ancellis, et cum vineis, pratis, campis, silvis, aquis,
acquarum decursibus, molendinis, piscationibus ripis paludibus,
montibus, collibus, vallibus, planitiebus, omnibusque rebus
ad praesatam curtem pertinentibus, cum decimis et primis,
et intratura abbatis, omnia in integrum" In
realtà non sappiamo con certezza se la "corte
di Monte" data al monastero di Sant'Ambrogio sia veramente
quella di Montesiro, ma il fatto che l'antica chiesa di
Montesiro fosse dedicata al Santo, e dell'esistenza di un
castello della nobile famiglia Casati potrebbe essere un
indizio a favore.
Il
castello era situato nel punto più alto del paese,
sull'area dell'attuale villa Gherini, in maniera da dominare
tutta la valle fino alla pianura confinante con Monza. Nel
1120 Eriberto Casati, sacerdote nella località di
Brugora, fondò insieme con altri suoi familiari,
un monastero benedettino femminile e una chiesa abbaziale,
dedicata ai Santi apostoli Pietro e Paolo, in seguito sotto
la tutela della Santa Sede, la famiglia Casati ebbe facoltà
di nominare le proprie abbadesse. Eleggono nel 1102 la prima
badessa, Nicodilla Casati.
La comunità di Monte si
sviluppò nei pressi del castello dei Casati. Nel
1289 il paese possedeva due chiese una di San Ambrogio,
con due altari dedicati a San Siro e San Michele e poco
distante la chiesa di San Nazaro. Nel 1500, i possedimenti
della nobile famiglia, avevano una discreta importanza,
contando di almeno quattro monasteri e due castelli.
Da
un censimento effettuato nel 1530, si potevano contare 36
nuclei famigliari dislocati nelle campagne, per un totale
di 105 abitanti, tra uomini, donne, anziani e bambini, che
allevavano, per il loro sostentamento, numerosi animali
da cortile, in particolare bovini per la produzione del
latte e carne, senza contare gli animali come muli, asini
e buoi per i lavori agricoli.
Parallelamente all'agricoltura,
si svilupparono molteplici attività artigianali,
che da un secondo censimento effettuato nel 1537, si contavano:
8 braccianti, 6 massari, un calligrafo, un fabbro, un oste,
un muratore, un prestinaio, un pollivendolo, tre tessitori,
dando un volto diverso rispetto ad altre comunità
sparse nella Brianza, dove l’attività artigianale
non era particolarmente diffusa.
Secondo il catasto di Agliate
del 1558, i principali proprietari di terreni a Monte sono: Ottaviano
Cusano, Francesco da Casate, nobile don Bernardo Sarre della
Baretta, madonna Giovanna consorte de Dionisio da Casate
di Lazzaroni, madonna Lucrezia da Casate, don Prete Francesco
da Casate, Giovanni Giacomo d'Abbia, don Cesate Carra, madonna
Margarita da Carra. Nel
1576 la Brianza fu tra le prime terre ad essere infettata
dalla peste, portata da un certo Moretto cardatore di lana,
che dal sobborgo degli Ortolani di Milano la portò
a Seregno sua patria, ove si estese alle terre vicine.
Solo
nel 1577 l'infezione cominciò a diminuire, per cessare
del tutto.
Con l’invasione spagnola alcune truppe
di soldati il 23 gennaio 1627 s’insediarono a "Monte",
concedendo il feudo all'ufficiale Gian Battista Pecchio,
nominato conte dal Re Filippo IV, dimorarono nel castello
dei Casati. L'istrumento di possesso fu ricevuto dal notaio
camerale Giuseppe Grassi, il 7 giugno 1627. Gian Battista
nominò a succedergli suo nipote Giovanni Ambrogio
nella cui discendenza restarono il feudo e il titolo fino
alla sua estinzione avvenuta nel 1782.
Il periodo che intercorre tra il 1628 e il 1631, fu uno
dei più tristi della storia, tra le guerre e i tumulti
sparsi per l’Italia, si riaffacciò lo spettro
della peste, provocando la morte ad un quarto della popolazione,
circa due morti per famiglia, tanto che si pensò
come a Milano di sistemare le persone contagiate, in un
piccolo lazzaretto, posto nella parte più alta del
paese, dove ancor oggi esiste lo spalto e la corte, chiamata
"curt del lazarett".
In
un certificato della giunta censuaria del 4 febbraio 1757
n.9 si determina l'unione di Monte a Brugora con Casaglia.
Il comune si chiamò Monte con Brugora.
Nel 1759 la
popolazione di "Monte" sale a 831 abitanti, l’attività
principale era basata sulla coltivazione dei gelsi e l’allevamento
dei bachi da seta, una grande passione portata avanti fino
alla prima metà del 900. Nel 1700 si fa strada una
nobile famiglia milanese; la Crivelli - Mesmer, che costruisce
una splendida villa, con un ampio parco in stile italiano.
Nel 1812 si unirono Monte con 581 abitanti, Tregasio con
346 abitanti e Correzzana con 182 abitanti. Nel 1820 la
villa viene riadattata internamente a stile impero dal sig.
Francesco besana. Il comune di Monte, come altri comune
dell'epoca, non avendo sede propria, si riuniva in assemblea
in una sala della villa "Prinetti fino al 1869, quando
avvenne la fusione di Monte con Besana.
Il
23 giugno 1836 per la prima volta comparve in Brianza il
colera, colpendo in particolar modo Valle, dove si ammalarono
24 persone e ne morirono 14, e Besana dove si ammalarono
32 e ne morirono 16. Il consiglio comunale 7 ottobre 1836,
deliberò di applicare la sovrimposta di dieci centesimi
per far fronte alle spese cagionate dal colera. Successivamente
nel 1855 comparve nuovamente il colera, causando 7 morti
a Besana e 4 a Calò. Nell'agosto del 1867, il colera
fece la sua comparsa per la terza volta, e il comune affitto
la cascina Colombirolo e l'adibì ad uso ospedale
per i colerosi.. Nel
1911 fu presentato un esposto che chiedeva la divisione
del comune in tre gruppi: 1) Besana, Montesiro, Cazzano;
2) Vergo, e Zocccorino; 3) Villa Raverio, Valle Guidino
e Calò.
Nel 1914 fu costruito l'asilo infantile,
con l'aiuto economico del prevosto Pietro Ponti, che morendo
lasciò per l'asilo la somma di £. 20.000. Nella
foto in alto a destra: la villa "De Marchi - Gherini"
con l’imponente torre medioevale a testimonianza dell’'antico
castello appartenuto alla famiglia dei Casati
Nella foto sopra la villa "Prinetti" anni 50'